Un problema di trasparenza e di gerarchia delle fonti
Nel nostro Comune, le norme che regolano la trasparenza e il controllo sull’attività amministrativa sono attraversate da contraddizioni evidenti tra Statuto e Regolamento. E’ un problema abbastanza grave perché riguarda il funzionamento di organi fondamentali come la Commissione per le garanzie statutarie, il cui funzionamento dovrebbe privilegiare la trasparenza e la partecipazione democratica. Ripercorriamo insieme tutto:
L’articolo 44 del TUOEL: una violazione alla radice
Il Testo Unico degli Enti Locali (TUOEL) all’articolo 44 è chiaro: le minoranze devono avere garanzie precise, soprattutto attraverso la presidenza delle commissioni consiliari aventi funzioni di controllo e garanzia. Questo principio serve a bilanciare il potere e a consentire all’opposizione di esercitare una funzione di vigilanza sull’operato della maggioranza.
Tuttavia, ciò che accade nel nostro Comune è l’esatto contrario. Il Regolamento consiliare prevede che la Commissione per le garanzie statutarie sia presieduta dal Sindaco o da un Assessore delegato, entrambi esponenti della maggioranza. Questa impostazione non solo contraddice lo Statuto comunale, che si ispira ai principi di partecipazione e garanzia delle minoranze, ma rappresenta una palese violazione del TUOEL, che ha una posizione gerarchicamente sovraordinata.
E’ una questione che interroga il principio di equilibrio democratico, per il quale detiene il potere si riserva anche il controllo degli strumenti che dovrebbero garantirne la trasparenza.
Pubblicità delle sedute: trasparenza o segretezza?
Un altro nodo cruciale riguarda la pubblicità delle sedute della Commissione. Lo Statuto comunale (art. 27) stabilisce che le sedute debbano essere pubbliche, a meno che non vi sia un motivo di segreto d’ufficio. Tuttavia, il Regolamento interno del Consiglio (art. 74) decide che le sedute non sono pubbliche, introducendo un principio di segretezza che si scontra frontalmente con il dovere di trasparenza promesso dallo Statuto, e ispirato dal TUOEL.
Questa contraddizione tocca il tema della partecipazione civica. Sarebbe paradossale che le sedute della Commissione che dovrebbe vigilare sulla correttezza amministrativa e formulare proposte di modifica dei regolamenti o dello statuto non potessero essere ascoltate dai cittadini interessate.
La gerarchia delle fonti va considerata
Il problema qui è evidente: la gerarchia delle fonti non viene rispettata. Il TUOEL, essendo una legge statale, è il testo sovraordinato, seguito dallo Statuto comunale, che dovrebbe applicare e specificare tali principi a livello locale. Il Regolamento, essendo l’atto normativo di rango inferiore, dovrebbe essere in piena conformità con Statuto e TUOEL. Ma nel nostro Comune accade il contrario: il Regolamento introduce deroghe e restrizioni che non solo violano lo Statuto, ma sfidano anche il Testo Unico, un atto legislativo superiore. Questa è una chiara violazione del principio di gerarchia delle fonti, un errore normativo che può e deve essere corretto.
Cosa ne consegue?
L’attuale assetto normativo del nostro Comune è contraddittorio e questo non è solo un problema di correttezza, ma anche di efficienza. Solo delle regole armoniose fra loro possono permettere uno svolgimento dei lavori in Consiglio che non sia confusionario. Questa situazione non può continuare. Il nostro Regolamento comunale deve essere rivisto urgentemente per conformarsi allo Statuto e, soprattutto, al TUOEL.
Come cittadini e come gruppo consiliare, è nostro dovere sollevare questo problema e pretendere che i principi di partecipazione e trasparenza vengano tenuti in maggiore considerazione. Solo così possiamo garantire che il nostro Comune non tradisca i valori fondamentali su cui dovrebbe basarsi ogni amministrazione democratica.
Un percorso efficace di modifica
Nel nostro Comune, è fondamentale garantire che i regolamenti siano sempre in linea con lo Statuto. Perciò la Commissione per le garanzie statutarie (art. 27 dello Statuto) gioca un ruolo cruciale, dal momento che ha il compito di valutare le modifiche ai regolamenti comunali e di esprimere parere su ogni richiesta di referendum. Come previsto (sempre art. 27), il Difensore civico partecipa ai suoi lavori senza diritto di voto. Il Difensore civico ha la responsabilità di tutelare i diritti dei cittadini e assicurare che le procedure siano trasparenti e corrette.
Nonostante la presenza specificata del difensore civico, riteniamo che un approccio più efficace sia prima di tutto quello di costituire una commissione mista a termine (art. 26 dello Statuto). Questa commissione, che potrebbe includere esperti esterni come amministrativisti, permetterebbe di elaborare una proposta di modifica più informata e dettagliata visto che stiamo parlando di una materia piuttosto complessa.
Secondo questo percorso, dopo la formulazione, l’eventuale proposta di modifica potrebbe essere presentata alla Commissione per le garanzie statutarie per la verifica finale. Questi step garantirebbero meglio che tutte le modifiche siano coerenti con lo Statuto. È importante ricordare che per approvare modifiche ai regolamenti è necessaria la maggioranza assoluta del Consiglio comunale. Questo vuol dire che l’ultimo step, giustamente, sarebbe comunque il voto dell’intero consiglio.
Una risposta a “La commissione per le garanzie statutarie”
Molto interessante.Conoscere e capire quale dovrebbe essere il corretto procedere dell’Amministrazione Comunale nella gestione democratica del patrimonio COMUNE è fondamentale per noi cittadini.Grazie per li lavoro che fate .